L’importanza del silenzio

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Meteora, Grecia

Ero su una torre naturale di roccia, in mezzo all’aria, come un uccello solo e in migrazione, per far visita ai sei dei 24 monasteri ancora abitati in cima a questa meraviglia: Meteora, che in greco significa “sospeso in aria”, da lì il nome.
In quella pace assoluta, riuscivo a captare persino i piccoli passi dei monaci col rumore delle loro suole che premevano a terra. Uomini devoti, immersi per più di tre quarti della loro giornata in preghiera. Immersa in quello scenario, mi erano venuti in mente gli ultimi momenti passati con Larry.
Ormai in casa si respirava un’aria pesante, o forse, ero io che in quel momento avevo bisogno di più ossigeno; la bella casa arredata a Notting Hill, che avevo tanto desiderato, non mi rispecchiava più. Nemmeno rifugiarmi nelle mie letture a Holland Park, davanti la vista dei tulipani in fiore, riusciva a farmi evadere dagli ingranaggi che ormai non combaciavano più…

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In Grecia, sulle tracce di Poseidone

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Photo by Hans Reniers on Unsplash

Noleggiata l’auto all’aeroporto di Atene mi ero diretta subito verso Sparta per visitare l’antica acropoli. Sul tragitto, ricordo di essermi fermata diversi minuti per osservare quell’indescrivibile canale di Corinto che sembrava, visto dall’alto, una lunga infinita strada senza fine, come quelle che si trovano in mezzo alla California. Pensai che l’unica differenza stava in quelle pareti alte ben oltre 90 metri, che delineavano in maniera ordinata il tratto in cui le navi sarebbero passate, impedendo così “un cambio di percorso”; una cosa che nella vita risultava a me sconosciuta, dopo l’interruzione del mio matrimonio, infatti, i miei cambi di rotta erano diventati sempre più frequenti.
Una volta raggiunto il sud del Peloponneso, feci visita ad un piccolo paese che è proprio un grazioso museo a cielo aperto. L’architettura Bizantina che solcava su tutto il pendio, con numerose case, chiese con affreschi ancora intatti, il castello, e quella atmosfera medioevale, che ho sempre guardato con fascino, mi riportarono subito sui colli toscani della bella Italia che avevo visitato qualche settimana prima. Tirai fuori il mio taccuino e presi qualche appunto su Mystra…in quel momento,dopo un lungo respiro,mi balzò in testa un pensiero: “chissà cosa stava facendo Eric in quel momento? “, feci un sorriso, chiusi il diario e continuai il mio viaggio.

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