Il tabellone indicava un desolante “DELAYED”
“Mi spiace, signore, il volo AA 199 in partenza per New York subirà un ritardo per cause tecniche, non posso dirle di più“
Ero in aeroporto dalla mattina presto, per prendere il volo che mi avrebbe riportato a casa; a differenza delle altre volte, non ero felice di tornare a New York, nella mia New York; certo, per lavoro sono stato in tantissimi posti diversi, alcuni anche molto belli, ma mai avevo desiderato di restarci veramente; la mia casa era la, sulla 72esima strada a Bay Ridge, a meno di due isolati dalla stazione della metropolitana, in una casa di mattoni rossi e la bandiera a stelle e strisce piantata sulla facciata, come si conviene ad ogni buon americano. Eppure, quella volta sentiva qualcosa che mi legava a Milano, a quel Bed and Breakfast un po’ rustico, alla magia della luna sui navigli.
Ma chi volevo prendere in giro! stavo pensando a lei, a Sheila; a quell’incontro che mi aveva cambiato la vita, per sempre. E poi, perchè tornare? Sheila era partita il giorno prima, per andare chissà dove, in Grecia, e chissà mai quando la avrei rivista. No, non avrei avuto nessun motivo per rimanere a Milano, nessuno.
Ancora nessuna indicazione del volo; unica consolazione, aspettare nella Lounge Sala Montale invece che incastrato in qualche scomodo seggiolino al gate.
In tasca della giacca avevo ancora quel biglietto, quel tovagliolino bianco piegato in quattro, con la mail di Sheila; nonostante la avessi già trascritta nei miei contatti in agenda continuavo a tenere in tasca quel biglietto, scritto sulla mia schiena e vezzosamente decorato con un bacio a stampo. Io lo conservavo come una reliquia, e, di tanto in tanto, avvicinavo la mano al cuore, istintivamente, a controllare che ci fosse ancora, e quasi avvertivo il calore che emanava.