L’epicentro della felicità

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Photo by Daria Nepriakhina on Unsplash

Ci sono alcuni momenti in cui le parole, di fronte a certe cose, si perdono chissà dove, e così restiamo lì, muti, storditi, con quella espressione da “persona spaesata”, quando in realtà siamo solo felici, perché abbiamo trovato l’epicentro, il punto esatto di stupore che alimenta la nostra linfa vitale, ma ancora non lo sappiamo.
Il fatto è che non ci siamo abituati, e così, per qualche attimo, risultiamo solo un po’ più “stupidi”.

Questo, era quello che mi era successo a Milano, di fronte ad Eric, e alla sua richiesta di un bacio…
Ero lì, indubbiamente stordita e in attesa di sfiorare le sue labbra.
Lui, un uomo apparentemente come tanti, che però, era riuscito sin da subito a richiamare la mia attenzione; e poi, quella città, anch’essa apparentemente come tante altre che avevo visitato, ma che ci faceva da contorno, rendendo tutto “un po’ più bello”.

E allora pensai, che forse è proprio quello il nascondiglio delle cose che ci rendono felici, lì, in fondo ad un percorso inaspettato.

Credo, che di fronte al mare tutto sembri più intenso e profondo, più fattibile a volte, e così, accesi di nuovo il mio tablet, entrai nelle mail , e mi misi a scrivere:

Caro Eric,
in questi giorni mi sento come se l’incanto fosse l’unico mio Credo. In questo viaggio, ormai iniziato da tempo, cerco di cogliere ogni piccola meraviglia del mondo e farla mia. Ho girato per diversi paesi, assaporando diverse culture e arricchendo il mio cuore, di fronte a scenari che mi sono risultati come vere e proprie medicine per l’anima.
Potrei dirti, se dovessi descriverti la mia mente come fosse un appartamento arredato, che è formato da tante piccole stanze dove in ognuna c’è posizionato un piccolo ricordo catturato dai miei occhi e dal mio cuore: un vaso di papaveri provenienti dall’ Olanda, una ciotolina con della sabbia nera di una spiaggia Hawaiana, un tramonto infuocato su di una tela appesa, una piccola pietra viola, una collanina di conchiglie e così via…
E in mezzo a tutte queste cose sai cosa vedo?
I tuoi occhiali posati sul tavolo, le tue scarpe eleganti all’ingresso, la tua camicia azzurra a righe sottili, sul divano… in ogni stanza che entro, ti sento vicino.
Volevo fartelo sapere!
Un caldo abbraccio
tua Sheila

Ecco, ci ero riuscita in qualche modo; avevo estrapolato delle parole per fargli sapere come mi sentivo, e con la stessa espressione da stupida, decisi di non premere sull’invio. Salvai la mail nelle bozze, e spensi il mio tablet.

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